GiovenTu: l'esperienza dei gruppi territoriali nel basso mantovano

Si tratta dell’esperienza dei gruppi territoriali attivati da uno dei progetti vincitori della terza edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo.

GiovenTu: l'esperienza dei gruppi territoriali nel basso mantovano
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GiovenTu: fra tradizione e innovazione rinasce Palazzo Gazzolda e La Bottega diventa un social point.

Gioven Tu

Nel basso mantovano sono nati dei percorsi innovativi di rigenerazione urbana che hanno coinvolto istituzioni e cittadini. Si tratta dell’esperienza dei gruppi territoriali attivati da GiovenTu, uno dei progetti vincitori della terza edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo, che ha l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale e restituire un ruolo attivo nella comunità ai giovani dagli 11 ai 25 anni.

“Quando nel marzo 2017 è nato il progetto GiovenTu non avevamo previsto l’attivazione di gruppi territoriali. Ma dopo un corso di formazione, al quale hanno partecipato 35 persone fra operatori sociali e culturali dei sei comuni coinvolti, abbiamo capito quanto fosse necessario accorciare le distanze fra istituzioni e i cittadini”

racconta Roberta Lorenzini, Project Manager.

Innovazione è lavorare con i giovani

Così a luglio 2017, nei sei comuni di riferimento (Suzzara, Gonzaga, Moglia, Motteggiana, San Benedetto Po e Pegognaga), sono nati i gruppi territoriali, gruppi composti da un referente tecnico, un referente politico e alcuni facilitatori, aperti all’intera cittadinanza, con una particolare attenzione alla fascia giovane.

I progetti

All’interno dei gruppi territoriali sono stati avviati due percorsi di rigenerazione urbana, la ricostruzione di Palazzo Gazzolda dopo il terremoto e la nascita di un Social Point presso La Bottega, che hanno coinvolto nella coprogettazione il Consiglio Comunale dei ragazzi, studenti impegnati in percorsi di alternanza scuola lavoro e giovani volontari presso associazioni locali.

Palazzo Gazzolda era uno degli edifici rimasti danneggiati dopo il sisma del 2012. Quando il comune di Gonzaga ha ricevuto un contributo pubblico per la ricostruzione ha deciso di avviare un percorso di coprogettazione, perché non si lavorasse a una semplice ristrutturazione ma a una vera e propria rinascita.

G21 Teaser

Così è nato il progetto G21. G come Gazzolda e 21 come il numero civico dell’edificio. Come prima cosa Gonzaga è stata tappezzata con dei manifesti che rappresentavano una mattonella con la scritta G21 che avevano lo scopo di incuriosire la cittadinanza. E in effetti, in molti si sono chiesti cosa fosse G21. Al primo incontro di presentazione hanno partecipato molte persone e a loro è stato chiesto di prendere parte a un percorso di progettazione partecipata "G21" per rivitalizzare palazzo Gazzolda.

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E’ stata in seguito organizzata una serata al teatro comunale, alla quale hanno preso parte cittadini, studenti e molte persone che negli anni avevano conosciuto e abitato il palazzo. Quella sera sono state raccontate molte storie dalle quali è emerso il legame profondo che univa ancora le persone che avevano abitato il palazzo Nei giorni successivi in gruppi di lavoro sono state elaborate alcune idee per riportare l’edificio storico al centro della vita sociale, culturale ed economica della città. Il Consiglio Comunale dei ragazzi ha espresso all’unanimità la volontà di mantenere al primo piano gli alloggi destinati ad un uso sociale e di trasformare lo spazio al pian terreno in un Atelier creativo aperto a giovani artigiani. Tutte le idee sono state esposte in varie zone della città e votate da 180 abitanti. Ha vinto il progetto Atelier creativo: uno spazio aperto, un polo culturale, con una sala musica, una sala prove, destinato a dei laboratori creativi. “Ci siamo sentiti ascoltati” hanno raccontato soddisfatti due membri del Consiglio Comunale dei ragazzi.

Anche l’idea dell’apertura di un nuovo Social Point presso La Bottega di San Benedetto Po è nata dall’intuizione di un gruppo territoriale a partire dalla volontà espressa dal comune di San Benedetto Po di volere stringere un legame con i giovani e il territorio, scommettendo sull’innovazione.

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Abbiamo ideato un corso per i giovani della zona che puntava sulla tradizione enogastronomica e sul turismo locale in una chiave innovativa.

Davide Bianconi, facilitatore della cooperativa Tante Tinte
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Durante il corso i ragazzi hanno imparato come promuovere le eccellenze del territorio e hanno avuto la possibilità di progettare un gadget con la stampante 3d. Chi ha creato un bicchiere, chi un piattino da degustazione.

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Da quel momento, La Bottega di San Benedetto Po, da semplice negozio di prodotti tipici, si è trasformato in un luogo di incontro e formazione per i ragazzi della zona. Qui vengono organizzati corsi di degustazione, momenti di incontro durante i quali le aziende agricole del territorio possono raccontarsi.

Ad occuparsene è Elisa Franzini, una studentessa universitaria di 23 anni che nel week end accoglie i turisti, promuove i prodotti enogastronomici, gestisce e organizza eventi.

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Oggi i ragazzi che partecipano al gruppo territoriale di San Benedetto Po per progettare le attività del Social Point sono sempre di più e arrivano anche dai comuni vicini.

Se la sfida era quella di mettere al centro i valori per sviluppare soluzioni innovative è stata colta in pieno.

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