Allerta per la peste suina

L'appello di Coldiretti: "Non importiamo carne suina dal Belgio".

Allerta per la peste suina
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È allerta peste suina africana tra le autorità veterinarie e gli allevatori di suini: a seguito del rinvenimento a metà settembre di cinghiali in Belgio colpiti dal virus letale della PSA, il ministero della Salute ha segnalato il rischio che focolai di peste suina africana possano interessare anche il territorio nazionale.

Caso sospetto nel bresciano

Un caso sospetto è stato riscontrato nel bresciano. E anche il ministro per le politiche agricole Gianmarco Centinaio ha subito invitato ad innalzare il livello di attenzione e dato avvio a campagne informative e ad un tavolo tecnico di monitoraggio e gestione di eventuali focolai.

La diffusione

Il virus si diffonde principalmente attraverso i cinghiali selvatici, è opportuno adottare tutte le misure di precauzione e intensificare al massimo la vigilanza venatoria.

L’appello di settembre della Coldiretti

Occorre uno stop immediato alla carne di maiale importata dal Belgio dopo la scoperta di due casi di peste suina africana rilevati dalle autorità sanitaria belghe nella città di Etalle, a circa dieci chilometri dalla Francia.

A chiederlo è la Coldiretti nel sottolineare la necessità di adottare misure urgenti per tutelare gli allevamenti nazionali e garantire al consumatore la fornitura di carni provenienti da animali sani. Tra l’altro – sottolinea Coldiretti – l’Italia importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e lavorate per un valore di oltre 52 milioni, in crescita nel 2017 del 4% rispetto all’anno precedente.

La situazione in Veneto

Raccogliendo l’appello alla sorveglianza da parte dei ministeri della Salute e dell’Agricoltura, la Regione Veneto fa appello al senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti dal controllo e di quelli interessati all’attività venatoria nei confronti del cinghiale perché portino all’attenzione delle autorità veterinarie competenti ogni anomalia rilevata nel corso della loro attività: solo un intervento precoce e mirato può isolare il vettore del contagio e impedire il diffondersi di una epidemia letale per il comparto dei suidi, e per la quale non esistono né cure né vaccini.

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