Cancro alla prostata: percorso certificato all'ASST di Mantova, fiore all'occhiello lombardo

In Lombardia ogni anno si contano circa 6.000 nuovi casi di cancro della prostata.

Cancro alla prostata: percorso certificato all'ASST di Mantova, fiore all'occhiello lombardo
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Tumore della prostata: l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova sempre più a misura di paziente con un percorso certificato. In Lombardia ogni anno si contano circa 6.000 nuovi casi di cancro della prostata e si stima che oltre 75.000 lombardi convivano con questa neoplasia.

Asst Mantova: riferimento regionale per l'oncologia

Un importantissimo traguardo per l’ASST-Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova, che mette a segno un obiettivo prestigioso nel trattamento dei tumori della prostata: un Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per questa neoplasia ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 dall’Ente internazionale Certiquality, nell’ambito di un progetto che è stato reso possibile grazie al sostegno incondizionato di Astellas e al supporto organizzativo di OPT, il provider deputato a preparare i Centri alla certificazione.
Con questo programma di certificazione, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova, riferimento regionale per l’Oncologia, si propone sempre più come punto di attrazione per la gestione e il più efficace trattamento del paziente oncologico e, nel caso specifico, del paziente affetto da neoplasia prostatica, che rappresenta la patologia più frequente tra i maschi over 60.

«La disciplina urologica – commenta Raffaello Stradoni, Direttore Generale ASST di Mantova – è da sempre un patrimonio di eccellenza della nostra azienda. Di particolare valore è anche la presenza sul territorio mantovano dell’intera filiera relativa al cancro prostatico: i pazienti che per disturbi urinari o per un rilievo occasionale di laboratorio si trovano ad affrontare questa patologia trovano da noi équipe multidisciplinari preparate per offrire un trattamento personalizzato che spazia dall’intervento chirurgico di prostatectomia radicale laparoscopico con metodica in 3D, alla radioterapia e alla chemioterapia, eventualmente associati tra loro secondo le ultime evidenze scientifiche».

Obiettivo del PDTA è assicurare al paziente una presa in carico rapida, efficace ed efficiente, tale da garantirgli un’offerta ampia e innovativa di opportunità diagnostiche, terapeutiche e assistenziali secondo le più recenti Linee guida internazionali. Il lavoro che ha portato alla certificazione del PDTA del tumore prostatico dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova è iniziato quattro anni fa, partendo da una collaborazione iniziale tra le strutture di urologia, anatomia patologica e radiologia. Il diffondersi dei gruppi multidisciplinari ha convinto l’Azienda a formare un gruppo di professionisti trasversale a diverse Unità Operative e in seguito a formalizzare e a certificare un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale con incontri accreditati.

«Il lavoro fatto prevede non solo la presa in carico del paziente che viene seguito in modo conforme agli standard nazionali e internazionali, ma anche di velocizzare l’intero percorso – afferma Paolo Parma, Responsabile del PDTA e Responsabile Urologia di Pieve di Coriano – Ciò consente di evitare al paziente inutili perdite di tempo ed offrire il miglior iter possibile per la specifica condizione. I risultati fin qui ottenuti sono molto buoni e riguardano per il momento il miglioramento della qualità delle terapie e delle indicazioni terapeutiche. Abbiamo intenzione di pubblicare i dati e lo faremo attraverso una carta di servizi che metteremo a disposizione dei pazienti».

Ampissimo bacino d'utenza

L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova è uno degli ospedali ad alti volumi con un bacino d’utenza di circa 450.000 persone, in quanto afferiscono ad esso, oltre agli abitanti della provincia di Mantova, quelli della provincia di Cremona, Rovigo e Ferrara; in particolare, sono circa un centinaio le nuove diagnosi di tumore della prostata ogni anno e oltre 200 i casi complessi gestiti e seguiti nel follow up. La certificazione di un ente terzo quale Certiquality diventa per questo ancora più prestigiosa.

«Il tumore prostatico è tra le neoplasie la più frequente nel maschio over 60 in Lombardia ma anche a livello nazionale e l’incidenza è in aumento. Tuttavia è anche uno dei tumori con un indice di sopravvivenza tra i più elevati, con un tasso a 5 anni di oltre il 90%. Un risultato ottenuto grazie alla diagnosi precoce e al progresso delle terapie mediche, chirurgiche e radioterapiche – spiega Bruno Dall’Oglio, Direttore di Urologia presso l’ASST di MantovaL'approccio multidisciplinare consente la presa in carico del paziente a 360 gradi, offrendo tutto ciò che di meglio esiste al momento dal punto di vista tecnologico e delle conoscenze. L’urologo riveste un ruolo fondamentale, è il medico di riferimento del paziente, colui che lo visita per primo e prescrive l’ecografia transrettale con biopsia e porta il caso clinico all’interno del team multidisciplinare per discuterne e fare delle scelte. L’approccio multidisciplinare e multiprofessionale è un fattore di arricchimento non solo dal punto di vista culturale, ma anche sotto l’aspetto predittivo sul possibile futuro del paziente stesso».

Per i tumori uro-genitali maschili mancano programmi di screening

Per i tumori uro-genitali maschili mancano al momento i programmi di screening; questo è uno dei motivi per cui la diagnosi e gli stessi trattamenti a volte presentano qualche difficoltà che può essere affrontata al meglio proprio con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale all’interno del quale la figura dell’urologo e dell’oncologo medico sono centrali.
Le patologie oncologiche richiedono una corretta gestione clinico-assistenziale fondata su una piena integrazione multidisciplinare, così da garantire al paziente una presa in carico funzionale alle diverse esigenze che la patologia richiede. I carcinomi della prostata sono tra i tumori più diffusi in Lombardia, con circa 6.000 nuovi casi l’anno e quasi 75.000 uomini lombardi che secondo stime convivono con queste neoplasie, che rappresentano il paradigma di tali esigenze. Richiedono, infatti, il coinvolgimento nel percorso di diagnosi e cura di molteplici figure specialistiche. Il valore di certificare percorsi di cura è quello di portare a sistema e, quindi, di definire il processo e poterlo in seguito misurare nel tempo rispetto agli esiti e all’impatto che ha sulla presa in carico e la cura del paziente.

«Le certificazioni servono per dare in primo luogo strumenti di clinical governance orientati ad un miglioramento misurato e misurabile della qualità del servizio non solo in termini di erogazione ma soprattutto di esito e di risultato atteso sui pazienti – commenta Enrico Burato, Direttore Qualità, Accreditamento e Risk management ASST di Mantova – Il secondo obiettivo è quello di fare in modo che i professionisti lavorino rispettando e aderendo alle buone pratiche cliniche (legge 24/2015). In terzo luogo, la certificazione dei percorsi garantisce la stessa modalità di erogazione delle prestazioni, rispondendo anche ad un bisogno etico che è quello di assicurare a tutti i pazienti le stesse tipologie di prestazione secondo precisi standard e allocamento delle risorse quando sono necessarie».

Il percorso tracciato dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Mantova è orientato ad una visione innovativa nell’ambito dei sistemi governati che va oltre le Unità Operative e persegue la centralità del paziente e della patologia, identificando per il paziente cronico le patologie di maggiore impatto e per le quali la richiesta della multidisciplinarietà è cruciale. Il PDTA del tumore della prostata della ASST di Mantova prevede servizi di accoglienza e di diagnostica all’avanguardia, laboratori di anatomia patologica, fino all’imaging (Risonanza Magnetica e Medicina Nucleare) con una RMN multiparametrica di ultimissima generazione; servizi per la fase terapeutica con unità di radioterapia e chirurgia, dotati di apparecchiature d’avanguardia che rappresentano il fiore all’occhiello della struttura; servizi completi di oncologia medica integrata con i servizi di urologia; oltre a un team multi e interdisciplinare che si avvale di avanzatissimi laboratori di analisi e di biologia molecolare, e un filo diretto con il Pronto Soccorso. Tutto questo nell’ottica di orientare sempre di più le terapie a seconda delle caratteristiche genetiche del cancro. Evoluzione verso terapie sempre più mirate e di precisione che non può prescindere dai test molecolari ma che deve tener conto anche della sostenibilità del Sistema.

«L’impegno di Astellas da sempre è quello di rispondere alla domanda di salute dei pazienti e dei cittadini e al contempo alle esigenze della sanità pubblica per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e regionale – dichiara Enrico Belviso, Market Access & Government Affairs Director di Astellas Pharma – In quest’ottica di partnership tra pubblico e privato, la collaborazione con l’ASST di Mantova per la certificazione dei PDTA del cancro della prostata rappresenta uno strumento concreto per migliorare la presa in carico del paziente, standardizzare le procedure e  ottimizzare le risorse disponibili».

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