Fondazione Mazzali: gli interventi dopo le indagini sismiche

La qualità architettonica dell’immobile lo pone sotto il vincolo storico-artistico.

Fondazione Mazzali: gli interventi dopo le indagini sismiche
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In seguito degli eventi sismici verificatisi nel mantovano nel maggio del 2012, la Fondazione, pur non avendo subito danni ai propri fabbricati, ha commissionato approfondite indagini geologiche, sismiche e geognostiche per determinare il livello di sicurezza degli stessi.

Fondazione Mazzali

Grazie a questi studi e tenuto conto delle specifiche caratteristiche di inabilità degli assistiti, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di realizzare un radicale intervento di riqualificazione del “fabbricato B” presso la sede di via Trento, intervento conclusosi nel 2016 con l’adeguamento sismico, l’ampliamento, la riqualificazione energetica dell’intero edificio, oltre alla completa ristrutturazione del reparto posto al quarto piano. L’altro immobile della fondazione, denominato “fabbricato A”, sarà oggetto dei prossimi lavori di ristrutturazione, che partiranno nel 2019 e termineranno due anni dopo.

Il progetto

L’attuale progetto, che porterà al miglioramento sismico del Fabbricato A, attraverso un’azione di riabilitazione strutturale delle coperture, prevede anche l’ampliamento dell’ala est, in prossimità del muro di confine con Vicolo Cappuccine, per aumentare la superficie della cucina già esistente al piano terra e realizzare un nuovo Centro Diurno Integrato ai piani 1° e 2°.

Lo stabile, di origini quattrocentesche e successivamente oggetto di interventi nel ‘600, ‘700, ‘800 e ‘900, ospita due reparti di R.S.A., le due unità operative di Cure intermedie (già reparto di riabilitazione), gli uffici amministrativi, la saletta degli affreschi, il teatro, la Portineria-Centralino, l’androne di ingresso col bar interno e la Cucina. La qualità architettonica dell’immobile lo pone sotto il vincolo storico-artistico, in forza del quale risultano praticamente impossibili interventi invasivi dell’impianto strutturale originario richiesti per il totale adeguamento sismico. Per questo motivo si è ritenuto di procedere con un progetto che migliorerà la risposta della struttura rispetto alle sollecitazioni sismiche.

Il progetto

Il nuovo corpo di costruzione permetterà l’ampliamento dei locali dedicati alla cucina, con conseguente riordino ed efficientamento del lay-out interno e il potenziamento della capacità produttiva del servizio. L’ampliamento del fabbricato consentirà inoltre di trasferire all’interno della sede principale della Fondazione il Centro Diurno Integrato, ora attivo in altra zona di Mantova in locali non di proprietà. Questo importante servizio, rivolto ad anziani con compromissioni parziali o totali dell’autosufficienza e con necessità assistenziali che non richiedono ancora un ricovero in RSA, offre in regime diurno, prestazioni socio – assistenziali, sanitarie e riabilitative garantendo alle famiglie sostegno e consulenza. La nuova collocazione del CDI, consentirà agli utenti di usufruire di spazi ricreativi di cui solo la sede dispone creando maggiori opportunità di animazione e di socializzazione. All’interno della sede di via Trento sono infatti presenti un bar, frequentato tanto da utenti interni che esterni alla fondazione, un teatro dove quotidianamente vengono proposte attività aventi carattere ricreativo e ludico ma anche di stimolazione e riattivazione. Vi sono ampi spazi verdi dotati di gazebo e una serra-giardino terapeutico dove anche persone con disturbi del comportamento possono camminare in sicurezza senza l’utilizzo di contenzioni. Il trasferimento del CDI, permetterà inoltre alla Fondazione di risparmiare i costi per l’affitto della struttura nella quale attualmente il servizio si svolge, quelli per il trasporto pasti, biancheria, generi vari di magazzino e per lo spostamento di personale. L’importo di spesa da sostenere per realizzare l’intero progetto ammonta a circa € 4.000.000 di cui 3 milioni di autofinanziamento.

Il rimanente milione è stato assegnato all’interno dei progetti emblematici maggiori della Fondazione Cariplo e sarà corrisposto per 500 mila euro dalla Regione Lombardia, partner della fondazione Cariplo e per i restanti 500 mila dal Comune di Mantova.

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