Il Parco del Mincio boccia l'aumento di produzione della cartiera

“La conservazione della biodiversità e la salvaguardia degli habitat assicurano il benessere umano”. 

Il Parco del Mincio boccia l'aumento di produzione della cartiera
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E' negativo il parere dell'ente Parco: “La conservazione della biodiversità e la salvaguardia degli habitat assicurano il benessere umano”.

Valutazione negativa per l'aumento della produzione

L'Ente Parco Regionale del Mincio ha espresso parere negativo sulla valutazione di incidenza ambientale relativa alle modifiche e aggiornamenti tecnologici finalizzati all’ottimizzazione quantitativa e qualitativa della produzione, al recupero di materia ed energia che comprende il raddoppio della quantità di carta prodotta giornalmente nello stabilimento Progest - ex Burgo di Mantova, che passerebbe da 575 tonnellate al giorno a 1.159 tonnellate al giorno. L'ente Parco ritiene infatti che le misure di mitigazione individuate dal proponente non siano sufficienti a garantire l’integrità dei Siti natura 2000 presenti.

La richiesta di valutazione proveniva dalla Provincia di Mantova che, quale Autorità Competente, ha richiesto all'Ente Parco l’espressione dei pareri di competenza in relazione alla valutazione ambientale.
L'area della cartiera è infatti situata in prossimità dei siti della Rete europea Natura 2000, zone di protezione speciale e zone speciali di conservazione, il cui ente gestore è il Parco del Mincio, zone il cui scopo è la conservazione della biodiversità sul territorio dell’Unione Europea per la salvaguardia degli habitat naturali, seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, a vantaggio quindi, del benessere umano.

Le ragioni del parere negativo

L'ente ha puntualmente declinato quali siano le potenziali incidenze indotte dalla realizzazione del progetto di raddoppio della quantità di carta prodotta giornalmente un habitat e specie di interesse comunitario presenti nei Siti Natura 2000, così come rilevate nella Valutazione di Incidenza Ambientale.
Si tratta di: degrado degli habitat terresti per l’alterazione della loro struttura e della loro composizione specifica con conseguente diminuzione del livello di naturalità della vegetazione a causa degli effetti di ricaduta delle polveri e dei gas in fase di cantiere e di esercizio; degrado degli habitat terresti per l’alterazione della struttura e della composizione specifica a causa degli effetti dell’inquinamento luminoso in fase di esercizio; degrado degli habitat acquatici dovuti a fenomeni di inquinamento e agli effetti degli scarichi idrici in fase di esercizio.
Il Parco sostiene a chiare lettere che

“Gli effetti delle emissioni di gas e polveri possano ricadere sugli habitat e le specie vegetali, in quanto le polveri prodotte possono provocare effetti sulla funzionalità delle specie vegetali attraverso meccanismi di tipo fisico e chimico, provocando alterazione dei tassi di traspirazione, di fotosintesi e di crescita”. E, ancora: “Per quanto concerne l’inquinamento luminoso, l’illuminazione artificiale notturna può avere un effetto negativo sugli ecosistemi e, in particolare, sull’avifauna presente e potenziale che vede modificato il proprio ciclo naturale “notte e giorno” e In riferimento agli scarichi idrici, possono manifestarsi perturbazioni nelle popolazioni ittiche locali e negli habitat acquatici, con effetti di eutrofizzazione localizzati in prossimità dello scarico dovuti all’immissione di nutrienti e alla temperatura più elevata allo scarico che possono provocare fioriture macroalgali e fitoplanctoniche”.

Il parere del Parco richiama inoltre una ulteriore, grave, criticità già in essere: quella rappresentata dal Sito di Interesse Nazionale (SIN) “Laghi di Mantova e Polo Chimico”, che comprende il Lago di Mezzo, il Lago Inferiore e la Vallazza, le cui aree inquinate sono da sottoporre a interventi di caratterizzazione e ai necessari interventi di messa in sicurezza d'emergenza, bonifica e ripristino ambientale: l’ente Parco del Mincio ritiene più che legittimo il timore che possano manifestarsi effetti sinergici e cumulativi con potenziali ripercussioni sugli habitat e le specie presenti nei Siti Natura.

Questo parere onora e rispetta la tutela degli habitat

“Con questo parere – commenta il presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer – l’ente Parco onora e rispetta il compito di tutela degli habitat e conservazione delle specie che è assegnato agli enti gestori dei siti della Rete Europea Natura 2000. Si tratta di tessere di naturalità la cui preservazione ricade direttamente e positivamente sul benessere generale e futuro delle comunità, locali e non solo. Un compito che le evoluzioni del pianeta, con la progressiva e accelerata perdita di specie animali e vegetali alla quale stiamo assistendo, ci chiedono di rispettare con urgenza e puntualità”.

Le aree tutelate e le specie minacciate

Il mix di biodiversità custodito nei siti della rete europea “Natura 2000” fa parte del “Capitale Naturale” e con questo termine si intende l'intera riserva di beni naturali (organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche) che contribuiscono a fornire beni e servizi di valore, diretti e indiretti, per l'umanità e che sono necessari per la
sopravvivenza dell'ambiente stesso da cui sono generati.
Le aree di interesse sono la Zona di Protezione Speciale (ZPS) Valli del Mincio e Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Ansa e Valli del Mincio; la Zona Speciale di Conservazione nonché Zona di Protezione Speciale Vallazza. Sono questi i Siti che fanno parte della Rete Natura 2000 citati nel parere negativo espresso dall’ente Parco del Mincio, aree che includono inoltre due riserve naturali e i tre laghi di Mantova. Si tratta di luoghi di naturalità da difendere, per evitare il progressivo degrado delle zone naturali e il cui scopo è la conservazione della biodiversità sul territorio dell’Unione Europea. Il Parco regionale del Mincio nel 2011 ha approvato i Piani di Gestione di queste zone, con l’obiettivo di preservare le specie e gli habitat per i quali i Siti sono stati identificati.

I siti e gli habitat di Natura 2000

Sono otto gli habitat presenti nei citati Siti Natura 2000, che sono identificati e definiti nei prontuari europei e sono “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydricharition; Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion; Praterie con Molinia su terreni calcarei, torbosi o argilloso-limosi (Molinion); Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopercurus pratensis, Sanguisorba officinalis); Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion-incanae, Salicion albae); Stagni temporanei mediterranei; Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.; Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba.
In questi habitat protetti sono presenti numerose specie di flora e fauna selvatica di importanza comunitaria. Vale a dire specie che vanno protette dal rischio di estinzione. Dagli invertebrati sia acquatici che terrestri (Gambero di fiume, Scarabeo eremita, Licena delle paludi e Leucorrhinia pectoralis) alla fauna ittica (Rutillus pigus, Chondrostoma genei, Leuciscus souffia, Barbus plebejus, Chondrostoma saetta, Cobitis taenia, Alosa fallax e Acipenser naccarii), a anfibi (Rana di lataste e il Tritone crestato), ai rettili (Testuggine d’acqua europea, Emys orbicularis).
I siti Natura 2000 in esame costituiscono inoltre una rotta migratoria di grande importanza per molte specie di uccelli; sono presenti ben n. 55 specie di interesse comunitario di cui n. 13 nidificanti, oltre a n. 149 specie di uccelli, tra stanziali, migratrici e svernanti, molti dei quali nidificanti. Il Mincio e le sue Valli sono da sempre un importante corridoio migratorio.

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