Sagra della nutria, gli organizzatori: "Non sapevamo fosse proibito"

In teoria l'animale sarebbe commestibile, ma ci sono un sacco di però. E comunque qualcun altro l'aveva già fatto...

Sagra della nutria, gli organizzatori: "Non sapevamo fosse proibito"
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Ricordate la singolare vicenda della “Sagra della nutria” organizzata nel vicino Piemonte e stoppata preventivamente dall’Asl? Bene, ora parlano gli organizzatori della Pro loco di San Nazzaro Sesia:

“Non sapevamo fosse proibito, in molte altre zone d’Italia, non lontane da noi, l’hanno fatto”.

Sagra della nutria nel Novarese

Insomma, dalle parti di Novara avevano pensato bene di “fare la festa” al grosso roditore, in entrambi i sensi (quello letterale e quello figurato): per risolvere il problema della proliferazione incontrollata dell’animale, perché non metterlo in padella e creare un evento per dar modo di degustare l’insolito piatto? Detto fatto: geniale fra l’altro il nome della sagra… “Nutriamoci”.

Stoppata dall’Asl la Sagra della nutria

Tagliatelle al ragù di nutria e nutria in salmì si legge nel menu: il 23 ottobre avrebbe dovuto dunque tenersi la cena ma, considerato anche l’alto numero di adesioni, l’evento ha destato l’interesse del Comune e dell’Asl. In Italia infatti gli allevamenti di nutrie sono vietati e lo è anche la caccia di questi piccoli roditori. Dunque l’organizzazione avrebbe dovuto giustificare la provenienza dei roditori… da qui lo stop all’evento.

SU NOVARANETWEEK.IT: Sagra della nutria nel novarese: Comune e Asl la vietano

Tantissime le prenotazioni

E l’idea aveva stuzzicato subito il palato di moltissime persone: In un giorno sono arrivate una settantina di adesioni!

“A un certo punto abbiamo dovuto spegnere i telefoni. Avevamo semplicemente esposto una locandina, poi però hanno iniziato a condividerla sui social e si è creato il clamore. A quel punto ci ha contattato l’Asl, che ringraziamo, e che ci ha spiegato che non era possibile fare questo tipo di cena. Noi non sapevamo fosse proibito, il nostro è stato un errore in buona fede, appena ci è stata spiegata la situazione abbiamo annullato tutto”.

IL RETROSCENA: PERO’ NELL’ASTIGIANO ERA GIA’ SUCCESSO E NESSUNO AVEVA DETTO BE’…

Ma perché non si può mangiare la nutria?

Poiché è considerato un animale dannoso per argini e corsi d’acqua, sono stati stabiliti dei piani di abbattimento tramite cacciatori formati e autorizzati ma questa autorizzazione vale per l’abbattimento e non per il consumo. Ma una volta cacciate, la normativa prevede che le carcasse, qualora siano poche, possano essere sotterrate in fondi di proprietà altrimenti vadano distrutte come rifiuti animali secondo una precisa procedura.

ECCO LA SPIEGAZIONE COMPLETA DELL’ASL DI NOVARA: “COMMESTIBILE SI’, MA…”

 

Comunque il “copyright” ce l’ha un sindaco di Cremona…

Ma non è mica un’esclusiva, eh… Già nella primavera del 2018 il sindaco di un paese del Cremonese,  Michele Marchi, aveva lanciato la medesima proposta, anche se alla fine la nutria se l’era mangiata solo lui….

DA GIORNALEDICREMONA.IT: Il sindaco di Gerre De Caprioli si mangia una nutria

Mantovano il più flagellato, ma ora “fa scuola”

Ma è forse il Mantovano fra tutti i territori di pianura che vive con maggior criticità l’invasione di quello che in molti scambiano spesso come un “grosso topo“.

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Mantova è riuscita a mettere a punto un protocollo di contenimento così efficace, che ha già fatto scuola: nel maggio scorso a Castel Goffredo, s’è tenuto il primo summit “mondiale” che ha visto presenti molte regioni e province del Nord Italia!

DA GIORNALEDIMANTOVA.IT: Gestione e contenimento nutrie, il modello Mantova fa scuola

Per darvi un’idea delle proporzioni da vera e propria emergenza che a Mantova e dintorni ha raggiunto il fenomeno, LEGGI ANCHE:

Nutrie nel Mantovano: nel 2017 catturate quasi 30mila, ne restano 350mila…

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Dall’America per diventare pellicce

A proposito, ma lo sapete da dove arriva la nutria e perché (e quando) è stata introdotta anche nel nostro paese? Per chi non lo sapesse, è un animale originario del Sud e del Centro America, dove è molto diffusa anche una sua versione extra large particolarmente pacifica che molti adottano come animale da compagnia: il capibara.

Il capibara

E’ stata introdotta in Italia intorno agli anni Venti del secolo scorso, per via della moda imperante della pelliccia di “castorino”. Ebbene sì, quando le signore dicevano con una nota di vanto “Ti piace la mia pelliccia di castorino?” altro non indossavano che una nutria!

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