Disastro aereo Ethiopian: le tre vittime lombarde

L’aereo è precipitato verso le 8.45, ora locale, poco dopo il decollo.

Disastro aereo Ethiopian: le tre vittime lombarde
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Disastro aereo Ethiopian, nessun superstite tra le 157 persone a bordo.Ci sono anche dei lombardi, precisamente bergamaschi, coinvolti  stando alle prime informazioni dell’associazione Africa Tremila Onlus di Bergamo, con sede in via Torretta. Tra questi il presidente Carlo Spini, toscano.

Carlo Spini, presidente di Africa Tremila Onlus

Aereo precipita in Etiopia

Un Boeing 737 della  Ethiopian Airlines  è precipitato stamani mentre volava da Addis Abeba a Nairobi. Morte 157 persone, di cui 8 italiani.  Non ci sono purtroppo superstiti.

Da Addis Abeba a Nairobi

L’aereo è decollato alle 8.38 dall’aeroporto di «Bole» diretto a Nairobi, in Kenya, ed è precipitato a 60 chilometri a sud-ovest dalla capitale dell’Etiopia. Si è schiantato sei minuti più tardi, intorno alle 8.45, ora locale. Sono 157  le vittime (149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio), di cui  stando a quanto emerso poco fa il presidente dell’associazione Africa Tremila Onlus di Bergamo, Carlo Spini, toscano, la moglie e un altro socio bergamasco: Matteo Ravasio, commercialista e tesoriere dell’associazione.

Africa Tremila Onlus

I tre erano in viaggio per monitorare un progetto di cooperazione internazionale in Kenya. I progetti dell’associazione coinvolgono infatti 3 continenti e 5 di questi sono in Africa. In Malawi si concentra il maggior numero di interventi dell’associazione, ma ci sono altri progetti in Congo, Eritrea e Kenya, appunto.

Morto assessore regionale

Fra gli scomparsi, anche un assessore della Regione Siciliana. Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali, ha perso nella vita nell’incidente.  I collaboratori hanno iniziato a pensare al peggio verificando orario e volo dell’assessore. La Farnesina ha confermato qualche ora più tardi, che l’assessore era a bordo del Boing 737. Tusa era diretto a Malindi, in Kenia, per una conferenza internazionale promossa dall’Unesco con la partecipazione di archeologi provenienti da tutto il mondo. Tusa era infatti considerato fra i più esimi esponenti dell’archeologia marina.

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Così la deputata dem Elena Carnevali, poco fa su Facebook. Cordoglio anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Solidali per il Malawi di Covo

Paura  anche per alcuni volontari di Covo attualmente in missione in Africa. La presidente di «Solidali per il Malawi», Giovanna Rubini, ha rassicurato circa le condizioni dei due. “Davide e Mario,   padre e lo zio di Michele, un nostro volontario, sono decollati stamattina da Addis Abeba, ma fortunatamente non si trovavano sull’aereo caduto – ha spiegato Rubini – Faranno infatti scalo in Zambia, mentre l’aereo precipitato era diretto a Nairobi. Siamo comunque vicini al dolore delle famiglie coinvolte”.

Nazionalità dei passeggeri

La nazionalità delle vittime, tweet della compagnia aerea

Secondo una prima conta, ci sarebbero stati a bordo 32 cittadini kenyani, 9 etiopi, 18 canadesi, 8 italiani, cinesi e statunitensi, 7 da Francia e Gran Bretagna; 6 dall’Egitto, 5 olandesi e 4 da India e Slovacchia; 3 dall’Austria, 3 dalla Svezia, 3 dalla Russia, 2 dalla Spagna, 2 dalla Polonia, uno da Belgio, Norvegia e Serbia. Si contano anche vittime marocchine, israeliane e da Indonesia, Somalia, Togo, Mozambico, Ruanda, Sudan, Uganda e Yemen.

La ricostruzione

Il sito «Flightradar24» ha riferito che, dopo il decollo, il Boeing 737 aveva “una velocità verticale instabile”. Questo secondo quanto denunciato dal pilota, che aveva subito allertato i controllori di volo, dichiarando di voler tornare indietro. Aveva già avuto l’autorizzazione a rientrare quando lo schianto è avvenuto. L’aereo era un velivolo nuovo, consegnato alla compagnia aerea a metà novembre.

Aereo appena controllato

Ethiopian Airlines ha fatto sapere che il velivolo era stato revisionato il 4 febbraio. Poco prima era arrivato da Johannesburg ad Addis Abeba. Si tratterebbe di un aereo di recente fabbricazione, un Boing 737 800 MAX.

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