Stefania Crotti era ancora viva quando la rivale le ha dato fuoco?

Il tremendo dubbio dopo l'autopsia. Si dovranno fare altri esami per rilevare eventuali tracce di fumo nei polmoni.

Stefania Crotti era ancora viva quando la rivale le ha dato fuoco?
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Non è detto che Stefania Crotti fosse già morta quando il suo corpo è stato dato alle fiamme a Erbusco. Dall’autopsia sul corpo della vittima emergono particolari inquietanti sulla morte della giovane mamma uccisa dall’ex amante del marito.

Omicidio di Stefania Crotti

L’omicida, rea confessa, è l’ex amante del marito della vittima, Chiara Alessandri. La donna aveva avuto quest’estate una relazione con il marito di Stefania, Stefano Del Bello. Una relazione nata e conclusasi nel giro di poche settimane, dopo che l’uomo aveva deciso di tentare un riavvicinamento con la moglie. Stefania Crotti è uscita dal lavoro il 17 gennaio ma non ha mai fatto ritorno a casa. Il suo corpo carbonizzato è stato ritrovato due giorni dopo, il 19 gennaio, nella campagna bresciana, tra Adro ed Erbusco. Subito le indagini si sono concentrate sulla pista passionale, fino alla confessione dell’omicida.

La versione dell’omicida

Chiara Alessandri, secondo quanto ha dichiarato agli inquirenti, avrebbe attirato Stefania Crotti nel proprio garage allo scopo di chiederle un chiarimento. La discussione tra le due donne sarebbe poi degenerata in una violenta lite, finita tragicamente a colpi di martello. Nega la premeditazione Alessandri, che ha ammesso di aver caricato il corpo sulla propria auto e di averlo portato ad Erbusco, ma non di aver dato fuoco al cadavere. “Non volevo ucciderla” continua a dire Chiara Alessandri, anche lei di Gorlago come la vittima, versione ribadita sin dal suo primo fermo in caserma a Bergamo, dove avrebbe anche incontrato il vedovo Del Bello, al quale avrebbe chiesto una carezza.

Le ipotesi degli inquirenti

Una versione, quella di Chiara Alessandri, che non ha convinto gli inquirenti. L’ipotesi più probabile è quella dell’omicidio premeditato. Spinta dalla gelosia covata da mesi nei confronti della moglie del suo ex amante, Alessandri avrebbe organizzato tutto nei minimi dettagli, avvalendosi dell’aiuto di un amico, Angelo Pezzotta, imprenditore 53enne di Seriate, al quale avrebbe raccontato una serie di bugie per convincerlo a partecipare. E’ stato proprio Pezzotta, inconsapevole delle intenzioni di Alessandri, a presentarsi a casa di Stefania Crotti con il biglietto e la rosa che hanno convinto la vittima a salire in auto. Agghiacciante il particolare del messaggio vocale che Alessandri ha inviato al suo inconsapevole complice, convinto di aver condotto Stefania ad una festa: “Grazie ancora dell’aiuto per la festa. È andato tutto bene”.

Il tremendo dubbio dopo l’autopsia

Dopo l’autopsia eseguita ieri a Brescia il tremendo dubbio sulla reale causa della morte di Stefania. La vittima potrebbe essere stata ancora viva quando il corpo è stato dato alle fiamme. Secondo il medico legale infatti le quattro ferite alla testa sarebbero sì compatibili con i colpi di martello inferti dall’omicida, ma forse non abbastanza profondi da aver causato la morte della donna. Potrebbe dunque essere stata arsa viva Stefania, anche se l’ipotesi deve ancora essere confermata. Saranno gli enzimi e le eventuali tracce di fumo nei polmoni a stabilire la reale causa della morte.

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