Uccise i due figli a Suzzara: assolta perché incapace di intendere e volere

La sentenza per Antonella Barbieri. Rimarrà nelle Rems per almeno 10 anni.

Uccise i due figli a Suzzara: assolta perché incapace di intendere e volere
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Uccise i due figli a Suzzara: Antonella Barbieri assolta perché incapace di intendere e volere al momento del fatto. Rimarrà nelle Rems per almeno dieci anni.

Incapace di intendere e volere: assolta

Completamente incapace di intendere e volere al momento del fatto. Per questo verso le 14 di oggi, venerdì 17 maggio 2019, il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Mantova ha assolto Antonella Barbieri, la donna che a inizio dicembre del 2017 uccise entrambi i figli ancora piccoli. La Procura stessa ha chiesto l'assoluzione nei confronti della donna, che dalle perizie psichiatriche eseguite è risultata completamente incapace di intendere e volere nel momento in cui commise il fatto.

L'accusa: duplice omicidio aggravato

Sul capo della donna, che attualmente si trova nelle Rems (ex Opg) di Castiglione delle Stiviere, pesava un'accusa pesantissima: duplice omicidio aggravato dal legame parentale, dal momento che nel giro di poche ore uccise entrambi i figli. Dalle perizie pschiatriche eseguite è emerso come al momento del fatto fosse incapace di intendere e di volere: poiché però il suo legale aveva chiesto il processo con rito abbreviato, il procedimento si è svolto in ogni caso, nonostante la dichiarata incapacità di intendere e volere. Considerata tale condizione, la procura stessa ha chiesto l'assoluzione, concessa anche dal Tribunale di Mantova.

Dieci anni nelle Rems

Ma l'assoluzione non significa che la donna tornerà in libertà: per i prossimi dieci anni infatti rimarrà ricoverata nelle Rems (ex ospedale psichiatrico giudiziario) di Castiglione delle Stiviere. Allo scadere dei dieci anni verrà sottoposta ad ulteriori accertamenti psichiatrici: nel caso la condizione psichiatrica della donna venisse confermata, rimarrà nelle Rems dove, se ad ogni accertamento venisse confermata la sua condizione, potrebbe rimanere anche senza "scadenza". Nel caso - piuttosto raro - in cui la sua condizione venisse meno, invece, la donna potrebbe venire rimessa in libertà, anche se con tutti i controlli e gli accertamenti del caso.

L'atroce vicenda

Era il 7 dicembre del 2017 quando avvenne l'atroce duplice omicidio. Nel primo pomeriggio di quel giorno la donna era a Suzzara, nella casa dove viveva con il marito e i due figli Lorenzo, di cinque anni, e Kim, di due anni. La donna prima uccise la figlioletta soffocandola con un cuscino, mentre faceva il sonnellino pomeridiano. Poi, preso il figlio Lorenzo, salì con lui in auto e si portò nella golena di Po a Luzzara, nel Reggiano, a pochissima distanza da Suzzara. Qui accoltellò il piccolo a morte e poi rivolse il coltello contro se stessa, senza tuttavia riuscire a togliersi la vita. La tragedia venne scoperta da un pastore che in quel momento stava portando al pascolo il proprio gregge e notò l'automobile ferma in golena. Da lì l'allarme e la scoperta del drammatico episodio. In quel momento il marito era al lavoro nell'officina meccanica di famiglia a Motteggiana.

 

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