Fondo Immobiliare Obelisco: era a basso rischio, ha fatto flop... Ora al via i risarcimenti

A spiegarcelo è Carlo Chiarulli, responsabile regionale di Adiconsum Lombardia.

Fondo Immobiliare Obelisco: era a basso rischio, ha fatto flop... Ora al via i risarcimenti
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Codacons sul fondo immobiliare Obelisco e Poste Italiane: “Numerose le segnalazioni di sottoscrittori del fondo che vedono andare in fumo i loro risparmi, è possibile agire in giudizio per la restituzione di quanto versato al momento della sottoscrizione”.

Il Fondo Immobiliare Obelisco

Il Fondo Immobiliare Obelisco è stato lanciato nel 2005 e pubblicizzato, all’epoca, come un fondo a basso rischio. Un’iniziativa che ebbe inizialmente un enorme successo, tanto che vennero vendute oltre 70.000 quote dal valore di € 2.500 ciascuna. Al momento della scadenza decennale però, la crisi e le minusvalenze del mercato immobiliare avevano già fatto scendere il valore delle quote a circa 650 arrecando un grave danno ai risparmiatori.

Il comunicato di Codacons

“E’ evidente come sussistano delle responsabilità da parte di chi all’epoca ha presentato a investitori non professionali quote di un Fondo rivelatosi a rischio molto elevato. Ora, per ottenere la restituzione di quanto investito, ci sono due strade: la prima è quella di agire nei confronti di Investire Sgr s.p.a. lamentando la mala gestione del fondo. La seconda, più immediata, è quella di agire in giudizio nei confronti di Poste Italiane per violazione degli obblighi di informazione attiva e passiva, nella fattispecie obblighi di adeguatezza dell’operazione. Al danno si aggiunge poi la beffa con Poste Italiane che aveva posto ai sottoscrittori del Fondo, come condizione, quella di stipulare un contratto di conto corrente presso Poste Italiane; oggi le Poste richiedono il pagamento delle spese del conto corrente. Si dovrà procedere ad una valutazione caso per caso delle singole posizioni per valutare eventuali azioni in giudizio; per informazioni e consulenza sull’intera vicenda è possibile contattare il Codacons Cremona all’indirizzo codacons.cremona@gmail.com”. 

L’accordo tra Poste e le Associazioni dei Consumatori

Nella giornata di lunedì 23 settembre 2019 a Roma si è tenuto un summit tra Poste Italiane e le 21 associazioni dei consumatori che hanno avviato un accordo a favore dei risparmiatori.

A spiegarci com'è andata è Carlo Piarulli, presidente regionale di Adiconsum Lombardia e responsabile nazionale credito per Adiconsum.

Come pensa sia andato l’incontro di svolto a Roma?

Valutiamo positivamente l’incontro e l’accordo trovato con Poste perché vediamo un ristoro superiore per i consumatori rispetto a quello fatto dal primo Governo Conte, che si è trovato senza dover utilizzare fondi pubblici. L’incontro a Roma è però la replica di altri due momenti altrettanto importanti definiti in passato con Poste Italiane, relativi anche a 2 fondi immobiliari precedenti (fondo IRS e fondo immobiliare Europa 1).

Tre anni fa abbiamo fatto il primo incontro con Poste denunciando il fatto che le quote relative a questi tre fondi, con scadenze diverse, dovevano veder ristorati i risparmiatori. Sulla base di questo abbiamo fatto un protocollo che si è rivisto un anno e mezzo dopo e che abbiamo nuovamente ripreso in considerazione il 23 settembre.  Questo ultimo incontro è stato quindi una rivisitazione, alla luce di alcuni aspetti leggermente modificati, dell’accordo che prevede un ristoro importante nei confronti degli investitori di questi fondi.”

Che cosa è stato deciso?

“L’accordo è stata definito con direttrici e linee guida basate sui patti precedenti che prevedono finali diversi.

  1. Al di sotto degli 80 anni d'età, coloro che hanno sottoscritto il fondo potranno accedere ad una polizza quinquennale che prevede il ristoro integrale di quanto è stato investito e che prevede un rendimento determinato, pari al valore delle quote che sono state acquistate. se poi questa polizza avrà rendimento superiore sarà riconosciuta anche la quota eccedente.
  2. Per tutti coloro che hanno invece più di 80 anni viene riconosciuta una quota pari a 2.200 euro, inferiore rispetto al prezzo di acquistato di 2.500 per quota. La differenza del prezzo è data dai dividendi che i risparmiatori hanno già incassati negli anni: ogni quota negli anni trascorsi ha riversato al risparmiatore un rendimento e secondo i calcoli fatti il prezzo della quota al netto dei rendimenti erogati negli anni è pari a 2.200.
  3. Ci sono poi dei casi particolari rappresentati da soggetti che si trovano a vivere una serie di situazioni di disagio socio economico (es. hanno perso il posto di lavoro - sia dipendenti che Partita Iva -, sono cittadini di Genova che hanno subito le conseguenze del ponte Morandi o del terremoto del 2016). In questi casi, anche se i risparmiatori hanno meno di 80 anni, potranno godere – una volta documentata la propria situazione di disagio rientrante nella casistica articolata stabilita dall’accordo - godere del rimborso previsto per gli over 80.

L'accordo è definitivo e entro fine settimana ci sarà la firma ufficiale tra le parti. Dal momento della firma potranno partire le domande di conciliazione che devono essere fatte pervenire dagli interessati entro il 31 marzo 2020.

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Commenti
Ugo Knorr

Schifo, SCHIFO, SCHIFOOOOOOOOOOOOOOO Per riottenere dopo 20 anni una quota che si avvicina a quella investita, devo pure fare domanda! E questo era un investimento sicuro nel tempo, senza rischi, senza conseguenze, perché legato al mattone, così me l'avevano presentato! E adesso? Adesso per riavere quasi tutti i miei soldi di 20 anni fa (fate voi il calcolo della svalutazione) devo presentare la domanda… !!!!!!!!! fan Kulo

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